La coppa delle virtù

La nostra storia nasce lungo la RN51, una delle strade più importanti d’Argentina e del Sudamerica, che da Salta, capoluogo dell’omonima provincia, sale verso le Ande per terminare la sua corsa al confine col Cile. Una carretera solo in parte asfaltata che costeggia villaggi e case isolate di pastori, contadini, allevatori che vivono in abitazioni di pochi metri quadrati, con muri di bozze, tetti di fango, bandoni e i pannelli fotovoltaici per l’elettricità. L’acqua si trova ovunque grazie ai fiumi e ai torrenti, anche se piove pochissimo, in compenso il governo argentino ha finanziato un progetto per portare la fibra ottica in questi posti, dove per chilometri si può spaziare con lo sguardo senza incrociare anima viva. Di qua passa pure il Treno delle Nuvole che su un unico binario supera i 4.000 metri d’altitudine, meta imprescindibile per i turisti verso San Antonio de los Cobres e Salinas Grande.

È a questa latitudine, vicino al Tropico del Capricorno, che padre Sigfrido Maximiliano Moroder ha fondato il Colegio Albergue de Montana Numero 8214 «El Alfarcito». Oggi qui si fermano i pulmini per una sosta obbligata, si beve un tè, si masticano foglie di coca, si fa una pausa per affrontare meglio l’altura; si può visitare la piccola chiesa bianca, la scuola e guardare alcuni lama che ruminano dentro un recinto. Quando i ragazzi escono dalle lezioni si guardano intorno incuriositi, hanno i cellulari con cui connettersi col mondo, che però sembra lontano anni luce da questi sassi e da questo cielo azzurro che riflette la luce del sole, rendendo tiepida l’aria fresca che scende dalle vette. Nei villaggi andini la scolarizzazione ha sempre avuto una grande importanza, sia per dare un’opportunità ai giovani diversa da quella di tutti i giorni, sia per le distanze e le possibilità economiche che altrimenti avrebbero annientato ogni chance. Grazie ancora a maestri e professori che si spostano quotidianamente o che decidono di vivere in mezzo al niente.

Padre Sigfrido Maximiliano Moroder era nato il 28 maggio 1965 a Buenos Aires, nel quartiere Caballito, poi la famiglia si spostò in quello di Belgrano. Sin da piccolo amava lo sport, in particolare il rugby, praticato nel Club Ciudad di Buenos Aires, che gli ha insegnato la disciplina, il sacrificio e il lavoro di gruppo. Alla fine della scuola media inferiore sentì la vocazione religiosa, entrò nel Colegio Guadalupe de los Misioneros del Verbo Divino nel 1984 e fu ordinato sacerdote nel 1994. Arriva a Salta nel 1999, diventando il parroco della chiesa di Santa Rita a Rosario de Lerma, da qui ha iniziato l’evangelizzazione delle valli e delle gole, portando la parola di Dio con tutti i mezzi, soprattutto a piedi. Padre Sigfrido Maximiliano Moroder, nonostante la fede e gli impegni, non ha mai rinunciato allo sport, pure il parapendio. Nel 2004, però, ebbe un terribile incidente che lo rese disabile, ma che non gli ha impedito di continuare la sua opera di evangelizzazione, anche con lo sport. Soprattutto nella Quebrada del Toro, dove aveva fondato il Colegio Albergue de Montana Numero 8214 «El Alfarcito».

Da qui, infatti, è partita l’idea di dare vita a un torneo calcistico denominato Copa de las Virtudes o Copa Virtus, per i ragazzi di 13-14 anni che sono alla fine delle medie. Trasmettendo così quei valori, che padre Chifri aveva imparato a Buenos Aires giocando a rugby, agli adolescenti che troppo spesso sono attratti dalla violenza e dal bullismo. Il torneo interessa tutte le scuole della provincia di Salta che desiderano partecipare, con il coinvolgimento di 120-150 ragazzi. La cosa più interessante non sono le partite ma gli incontri a latere, dei seminari in cui si affrontano le problematiche adolescenziali e si cerca di trasferire ai giovani saltenos le virtù umane di cui c’è immenso bisogno, soprattutto in posti come la Quebrada del Toro, dove la vita quotidiana è dura e rischia di seccare i fiori che nascono spontaneamente nel cuore dei ragazzi e delle ragazze.

Padre Sigfrido Maximiliano Moroder è morto il 23 novembre 2011 a causa di un infarto, per le gravi ferite riportate nell’incidente avuto col parapendio che avevano ridotto gli ultimi suoi anni di vita a una Via Crucis, ma ha lasciato un’impronta che trova nella Copa Virtus il suo esempio più fulgido. Padre Chifri è riuscito a trascendere l’immagine religiosa, trasformando la predica in azioni concrete e lo ha fatto attraverso il calcio. Una figura religiosa e umana indimenticabile che a Salta tutti conoscono e che sarà ricordata a lungo per tutto quello che ha fatto, soprattutto per i giovani, dalla scolarizzazione allo sport. Nel cortile del Colegio Albergue de Montana Numero 8214 «El Alfarcito» c’è un biliardino rosso in cui sono raffigurate le squadre del River Plate e del Boca Juniors, chissà quante volte padre Chifri avrà giocato con i suoi ragazzi guardandoli negli occhi sorridendogli, per dimostrargli che la vita è come una partita di calcio e che per non sentirsi sconfitti bisogna dare tutto quello che si ha in corpo, fino alla fine.

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