La Yid Army in gita a Firenze
Si fanno chiamare Yid Army, ma di ebreo hanno solo il nome e le bandiere. Sono la firm del Tottenham Hotspur, quartiere del nord di Londra dove verso la fine dell’Ottocento abitava un’importante comunità ebraica. Oggi gli ebrei nel Regno Unito sono circa 250.000 e solo un 4% della tifoseria Spurs appartiene a quella religione, ma nessuno (nemmeno il presidente del club) ha intenzione di rinunciare a questo tratto distintivo, nonostante le feroci polemiche che si sono scatenate in Inghilterra. Le autorità, infatti, ritengono che il loro chiamarsi ebrei e sbandierarne i simboli rischi di essere un richiamo troppo forte per l’antisemitismo, che è più diffuso di quanto molti di noi non vogliano credere. Anche le loro canzoni spesso vengono equivocate, tanto da non capire se sono pro o contro gli ebrei e in uno dei derby londinesi i fan del West Ham United hanno intonato cori inneggianti a Hitler contro il Tottenham. Questione che ha scomodato pure il primo ministro David Cameron: «Yid (che starebbe per giudeo, ndr) è una parola che incita all’odio razziale».
Difficile dire come si comporteranno giovedì a Firenze, ma le trasferte dei fan Spurs hanno lasciato cicatrici profonde nella storia del football europeo. Nella stagione di grazia 1983-84 il Tottenham gioca la Coppa Uefa, nei sedicesimi incontra il Feyenoord e a Rotterdam gli hooligans provocano 30 feriti, ma l’Uefa non pensa d’intervenire. Gli inglesi raggiungono la finale contro i belgi dell’Anderlecht, l’andata a Bruxelles lascia sulla strada un morto, feriti e 200 arresti. Sono i prodromi della strage dell’Heysel che si consumerà a Bruxelles un anno dopo e di cui il prossimo 29 maggio cade il trentennale.
La rivalità più accesa è con l’Arsenal (The Gooners e The Herd le sue firm), entrambe del nord di Londra, e quando nel 2001 il difensore inglese Sol Campbell passò dal Tottenham ai Gunners fu minacciato di morte. Ma la Yid Army ha conti aperti anche con gli Headhunters del Chelsea e l’Inter City Firm del West Ham United, londinesi pure loro. D’altra parte quello che noi vediamo in televisione è solamente la faccia patinata della medaglia del calcio inglese. L’hooliganismo è scomparso dagli stadi ma non dalla faccia della terra e se da una parte hanno continuato a picchiarsi intorno ai pub o fuori dai centri abitati, dall’altra ci sono nuove generazioni che crescono, tra le classi meno abbienti. Secondo i report della polizia britannica questo accade in modo particolare nelle serie minori, dove c’è meno controllo e, ma non si dice, dove non ci sono gli interessi economici da preservare come in Premier League. Un prodotto che viene difeso a tutti i costi, con un aumento dei prezzi dei biglietti che ha scatenato molte proteste tra gli appassionati di calcio. Ci sono poi movimenti d’opinione, sposati anche dalla politica, che vorrebbero ritornare alle curve con i posti in piedi, senza dimenticare l’SDE, Supporters Direct Europe, che si batte per un football dove i tifosi partecipino (come minimo) alla governance dei club. Nel 2012-13, in Premier League, sono stati effettuati 1.007 arresti, dall’ubriachezza molesta alle violenze, dai cori razzisti ai danni alla proprietà, di questi solo 32 fan Spurs, mentre le tifoserie peggiori sono state Newcastle United, Manchester United, Manchester City, Chelsea e Sunderland.
Nel 2012 in Europa League la Lazio incontra il Tottenham e a Roma un gruppo di supporter britannici viene aggredito, picchiato e accoltellato. Tutti scrivono che gli ultrà biancocelesti sarebbero stati spinti dal movente razzista, contro gli ebrei della Yid Army, ma secondo testimoni oculari la rissa avrebbe avuto motivazioni diverse, tra cui l’ubriachezza molesta degli stessi inglesi. In ogni caso Campo de’ Fiori ha dovuto assistere a una delle tante rappresentazioni della stupidità umana.
Per capire di cosa stiamo parlando basterebbe farsi un giro su YouTube e accettare che nemmeno l’Inghilterra è la terra promessa di un certo tipo di calcio. All’andata non è accaduto niente, non c’è una rivalità consolidata tra le due squadre e questo, secondo una certa mentalità, dovrebbe impedire che Firenze si trasformi in un campo di battaglia, quindi come direbbe un qualsiasi componente della Yid Army: «Keep calm and hate Arsenal».